
È facile pensare che gli atleti professionisti passino la maggior parte del proprio tempo durante l’allenamento spingendo il proprio fisico “oltre il limite”. È facile assumere che più ci si allena forte, più si andrà forte; ma è un’equazione che non regge, né per gli atleti professionisti, né (tantomeno!) per gli atleti amatori.
Tuttavia, se gli atleti che fanno dello sport la propria professione hanno una consistente esperienza e sono seguiti da uno staff preparato, pertanto tendono a non commettere questo tipo di errore (e non sempre ci riescono!), per gli amatori il discorso è spesso differente: avendo meno tempo a disposizione da dedicare allo sport sono inclini a spingere al massimo ogni volta che cominciano un allenamento. Il risultato è il più delle volte controproducente, e li porta con grosse probabilità ad andare incontro a una sensazione di stanchezza cronica, a fallire i propri obiettivi e al rischio più elevato di infortunarsi. Insomma, quello che gli anglosassoni chiamano “overtraining”.
Quindi, se in definitiva l’intento di ogni allenamento duro non è “sopravvivere” all’allenamento stesso ma migliorare la nostra condizione atletica, come capire se abbiamo recuperato a sufficienza per affrontare un’ulteriore sessione d’allenamento impegnativa e ottenere tutti i benefici a cui ambiamo da quest’ultima? Ecco le mie considerazioni a riguardo, e cosa si può fare per raggiungere questo scopo.
SCEGLI UN ALLENATORE, E PREPARA CON LUI UN PIANO DI ALLENAMENTO!
Il primo consiglio in assoluto che mi sento di dare è quello di non fare le cose a caso. Per non fare le cose a caso bisogna affidarsi a dei professionisti. Il tempo da dedicare all’allenamento è sempre poco e ritagliato sacrificando altri aspetti della nostra vita (famiglia, sonno, amici, lavoro): è troppo prezioso per sprecarlo sperimentando o commettendo errori banali. Massimizziamo le nostre possibilità di fare le cose bene affidandoci ad un allenatore che sappia “cucirci addosso” il piano di allenamento ideale per noi. Diffidiamo invece dal “fai-da-te” e dagli allenatori improvvisati che si spacciano per tali solo perché hanno conseguito un brevetto di qualsivoglia genere.
PROVA AD APPLICARE IL METODO HI INTENSITY TRAINING
Dal mondo anglosassone arriva questa metodologia di allenamento che, generalizzando, consiglia di dedicare 2 sessioni di allenamento ad alta intensità ogni 10 sessioni fatte. A mio avviso non è una scienza esatta e non è sicuramente giusta per tutti (considerando anche le differenze individuali che, a parità di età, livello e prestazioni, ci possono essere nei tempi di recupero tra due allenamenti) ma può essere un’indicazione che rende bene l’idea. Generalizzando ancor più potremmo dire che un paio di allenamenti intensi a settimana, non tutte le settimane, potrebbero essere un’indicazione teorica generale adatta al più degli amatori.
MONITORA I PARAMETRI FISIOLOGICI E APPUNTALI SU UN DIARIO
il vero termometro del nostro stato (psico)fisico sono dei valori fisiologici facilmente rilevabili. Esistono App e strumenti acquistabili che sono abbastanza affidabili, ma è sufficiente monitorare quotidianamente alcuni parametri per rendersi conto da soli e in maniera immediata se siamo più o meno stanchi e quindi pronti ad affrontare un allenamento impegnativo. Questi sono:
- SONNO: quante ore ho dormito? Ho dormito profondamente e mi sono svegliato riposato?
- UMORE: il mio umore è buono/positivo? Sono facilmente irritabile?
- BATTITO CARDIACO: al risveglio il battito è regolare o più alto/basso rispetto al solito? Quando faccio riscaldamento il battito cardiaco sale velocemente o fa fatica?
- PESO: il mio peso è stabile o ci sono variazioni significative? Mi sento gonfio, pesante?
Tenendo un diario di alcuni parametri come questi sarà facile notare discrepanze rispetto al nostro standard e quindi capire se siamo in una giornata/periodo dove sarà il caso sollevare il piede dall’acceleratore.
RECUPERARE È NECESSARIO!
Ricordiamoci sempre che è meglio un allenamento in meno e una giornata di recupero in più piuttosto che rischiare di infortunarsi o andare incontro al sovrallenamento, e magari perché abbiamo eseguito un training intenso nel giorno sbagliato.